La longevità, o aspettativa di vita (LE : Life Expectancy), è un indicatore che tiene conto di tutte le cause di morte e dei mezzi per contrastarle.
Ma se vivere a lungo è un obiettivo condivisibile ed auspicabile, le condizioni di salute sono fondamentali per determinare la qualità di vita.
Questo concetto è spiegato da un importante indicatore epidemiologico, l’HALE (Health Adjusted Life Expectancy) che misura l’aspettativa di vita rispetto allo stato di salute. Nei Paesi occidentali il divario tra LE e HALE, rapportato all’aspettativa di vita alla nascita, è in media del 12 -15%.
Come è possibile aumentare l’aspettativa di vita e ridurre il gap, dal momento che ogni individuo è unico e presenta diversi fattori di rischio o di protezione?
La risposta può essere ottenuta studiando l’Esposoma (2005 Dr. C.Wild) , un innovativo concetto di salute che considera non solo tutte le esposizioni che l’individuo ha avuto nel corso della vita ma anche le conseguenti risposte biologiche, contribuendo quindi a misurare gli effetti di contemporanei fattori di rischio sulla suscettibilità alle malattie.
Generalmente l’esposoma è suddiviso nei seguenti tre domini:
• Esposoma esterno generale: include esposizioni misurabili a livello di popolazione come l’inquinamento atmosferico o fattori meteoclimatici.
• Esposoma esterno specifico; include informazioni su esposizioni individuali, come stili di vita e alimentazione.
• Esposoma interno: comprende le molteplici risposte biologiche ai fattori esterni, come l’esercizio fisico, rilevabili con analisi molecolari.
L’alimentazione e l’esercizio fisico hanno un peso considerevole sul nostro esposoma.
Basti pensare che il consumo di determinati alimenti, il tipo di conservazione e di cottura e
la qualità e quantità di attività fisica svolta, sottraendoci alla crescente sedentarietà, sono caratteristiche di ognuno di noi e determinano buona parte del nostro stato di salute sia presente che futuro.